FRANCESCO CHIESA

Eco Delle Valli  18/01/1997

I PERSONAGGI DELL’ARCHIVIO ARCARI

LE LETTERE E I DOCUMENTI DI FRANCESCO CHIESA

Sono 82 i manoscritti del poeta ticinese


Fu naturale per Arcari, professore a Friburgo di Storia della letteratura italiana, intrattenere forti legami di amicizia e di lavoro coi letterati della Svizzera italiana. I più noti e assidui corrispondenti sono Francesco Chiesa, Valerio Abbondio, Giovanni Laini e Giuseppe Zoppi. Arcari, relatore  della tesi di laurea che lo Zoppi diede su Francesco Chiesa, fu assiduo divulgatore delle opere del poeta ticinese con lusinghiere critiche su  vari giornali e riviste letterarie.

All’epoca ebbe molta rinomanza una conferenza sul Chiesa che Arcari tenne alla Università Popolare di Genova il 13/04/1913.

Del Chiesa nato nel Canton Ticino nel 1871 e morto a 102 anni nel 1973 è inutile riportare dati biografici o commenti critici, data la sua notorietà. Per ravvivare la memoria, basterà ricordare che il poeta e narratore nel 1897 ottenne la cattedra di Lingua e letteratura italiana al Liceo di Lugano e successivamente insegnò al prestigioso Politecnico di Zurigo. La sua prima opera di successo fu “Calliope” pubblicata in tre parti fra il 1903 e il 1907. Per la narrativa va ricordato “Tempo di marzo” Milano, Treves 1925, indubbiamente il suo miglior romanzo che rievoca la sua infanzia.

Nell’archivio Arcari fra lettere, cartoline e altri documenti manoscritti firmati dal poeta ticinese sono conservati ben 82 pezzi, più cinque lettere della moglie Corinna. Vi sono inoltre in biblioteca quasi tutte le sue opere e fra queste ben 19 portano una dedica manoscritta dell’autore a Paolo Arcari.

La prima missiva è datata 13/02/1910, ed è un ringraziamento al professore e critico di adozione tiranese per un articolo sulla questione ticinese. L’ultima, una cartolina d’auguri ad Arcari, già seriamente malato, (morirà infatti due mesi dopo) è del 30/12/1954. Gli argomenti trattati negli 82 documenti sono i più disparati: richieste di conferenze, considerazioni letterarie, sociali e politiche, semplici ringraziamenti o saluti. Una così grande mole di documenti e il lungo periodo di corrispondenza, ben 44 anni, costituiscono di per se elemento prezioso per lo studio del personaggio. Inoltre il materiale è estremamente interessante, come ad esempio una lunghissima poesia manoscritta (doc.2517) con la data gennaio 1944 e con titolo “Cristo Romano” che inizia così : “Misti in una ruina marmi stucchi/s’accumulano al piè della parete/che sta superstite unica tra i mucchi./Ancora un’ala d’angelo ripete/bianca sul pavimento il suo vol vano/colonne e travi giacciono quiete…/

Il titolo con la data e l’inizio della poesia lasciano chiaramente intendere come sia ispirata al bombardamento di Roma, segno evidente di quanto il poeta ticinese seguisse con apprensione le tragiche vicende italiane. E’ impossibile cercare di fare una sintesi del contenuto dell’epistolario, ma gli studiosi che vorranno esaminarlo lo troveranno sicuramente di grande interesse anche per i numerosi riferimenti ad altri personaggi, nonché per gli articoli di giornali e altre notizie riguardanti il poeta, rintracciabili nell’archivio.

Renato Soltoggio

Info su Renato Soltoggio

Renato Soltoggio nato a Tirano il 23maggio 1941
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