GIOVANNI BERTACCHI

Eco Delle Valli  02/05/1998

I PERSONAGGI DELL’ARCHIVIO ARCARI

LETTERE DI BERTACCHI IN BIBLIOTECA
L’ISPIRAZIONE DELLE NOSTRE MONTAGNE
La ricca documentazione conservata comprende anche 15 lettere, alcune opere autografate e dei rari opuscoli di scritti minori del poeta


Si levano, questi canti, dai languori, dagli smarrimenti, dai fragili sogni della convalescenza. Reduce dall’austero limitare del silenzio – dall’ombra che gli fu così vicina – alle opere e ai doni della terra il Bertacchi è punto nel cuore da qualche delicato rammarico dell’esistenza anteriore. Pentimento non è, mancandone la materia, ma c’è tuttavia il senso della purificazione perché gli spiriti netti e probi sono severi verso se stessi inesorabili nell’additarsi le più ardue altezze morali. Forse il dolce linguaggio della fida terra gli giungeva men limpido un tempo in mezzo al calore del convito? Ora nelle prime passeggiate fuor dalla stanza dolorosa, dispiccando ad una ad una le more della siepe, si confronta e si rimprovera. Tu che credesti già lieta fortuna/a lunghi sorsi spegner l’arsura….

Così Paolo Arcari, sulla Gazzetta di Venezia del 24/12/1911 inizia il suo articolo di commento all’opera “A fior di silenzio” di Giovanni Bertacchi.

Arcari, grande estimatore del poeta valtellinese, aveva già scritto nel 1909 un articolo elogiativo su “L’Avvenire”. Bertacchi lo ringraziava con la seguente lettera:

Carissimo Arcari

grazie, grazie vivissime dello stupendo articolo che integra mirabilmente quello di Janni. Che gioia profonda essere sentiti e penetrati così! Rividi in sintesi perspicua nelle colonne dell’Avvenire le sue magnifiche doti di ricercatore introspettivo quali già mi apparvero nel “Pazzo che dorme” (1) e nel suo recente volume sul Rovetta, che è poi ben altra cosa che lo studio di un singolo. Sto meditando qualche risposta ad alcuno dei problemi proposti da Lei nell’inchiesta (2) Uno di questi giorni glie la manderò. Intanto gradisca le espressioni della mia ammirata riconoscenza, che tardai ad inviarle perché speravo potervi unire anche le risposte di cui sopra.

Cordialmente suo
Giovanni Bertacchi – casa 5-XII-’09

Questo è solo un esempio della ricca documentazione, riguardante Giovanni Bertacchi, esistente nell’archivio Arcari di Tirano. Oltre a 15 lettere sono conservati le opere del poeta valtellinese, cinque delle quali autografate con significative dediche, numerosi ritagli di giornali inerenti le conferenze che Arcari tenne su Bertacchi nonché l’opera scritta in collaborazione tra i due: Giovanni Bertacchi – Paolo Arcari – Un uomo della nuova Italia, opere e giorni di Giuseppe Candiani – Milano, Libreria Editrice Milanese 1913.

Questo libro, semplice rievocazione della vita dell’illustre personaggio, dimostra come Bertacchi e Arcari non si dedicano solamente alla poesia e alla critica ma spaziano anche, con le loro opere, nel campo politico e sociale. Candiani infatti, all’epoca molto noto in quanto patriota (partecipò alle cinque giornate di Milano), chimico e industriale di grande fama, fondatore della casa di Turate per veterani e invalidi, merita di essere ricordato per il suo grande impegno umanitario.

Nell’esame della documentazione esistente non va dimenticato che alcuni noti personaggi, nei loro scritti ad Arcari, parlano del poeta valtellinese. Segnalo Gualtiero Castellini, Luisa Candiani Silva, Teresita Friedmann, Adelia Maramotti e Federico Striglia.

Di grande interesse sono anche gli opuscoli a stampa delle conferenze e delle opere minori di Bertacchi. Poiché sono difficilmente reperibili ne riporto in nota i titoli (3)

Giovanni Bertacchi nato a Chiavenna nel 1869 e morto a Milano nel 1942, professore di letteratura italiana all’Università di Padova non è solo il più grande poeta valtellinese; per la sua poesia semplice ma ricca di simbologia, per le sue osservazioni e descrizioni di paesaggi alpini può essere considerato, come Giuseppe Zoppi, un “Poeta della montagna”

Bertacchi, come Segantini, “Artista delle Alpi”

Arcari si spinge oltre e accosta il poeta chiavennasco al pittore Giovanni Segantini con un articolo dal significativo titolo: Segantini e Bertacchi artisti della montagna (4)

“….erano entrambi in quella grande scia di apologetica naturale che è una prima scala al divino: l’amore della montagna fomentava in entrambi come un assiduo bisogno di liberazione, di superamento di purificazione[….] L’aspra montagna, in un ispiratissimo canto di Giovanni Bertacchi, oltre se stessa ascende e si tramuta in cielo….” E’ interessante notare come la corrispondenza tra i due, col passare degli anni, diventi sempre più amichevole. Infatti Bertacchi scrive:

Caro Arcari

se non erro una sera in casa Silva Candiani (5), nel tepore dell’intimità, fomentato da un delicato vino valtellinese si sciolse fra noi due il gelo del pragmatico lei. Permetti dunque che ti ringrazi col tu dell’articolo da te dedicatomi su “La Sera” (6), che solo oggi potei leggere. Il critico è sempre quello, al pari del poeta: è un giudizio sobrio, onesto, intenso e robusto, procede per sintesi e fulmini di pensiero, spreme per così dire, il succo della poesia, come dopo una vendemmia spirituale. Ti ringrazio francamente, ripagato anticipatamente di più di un silenzio sdegnosetto e di più di un sussiego, se mai il contegno del letterato […] sarà quale io sospetto che sia per essere.Comunque non mi pentirò di questa pubblicazione, che ha per me significato transitorio ma mi pare completi, moltiplicandolo, il mio qualsiasi mondo ideale.
Ti saluto cordialmente Giovanni Bertacchi – Chiavenna 27.08.’21

In estrema sintesi si può dire che la documentazione su Bertacchi, conservata nell’archivio Arcari, arricchisce il quadro degli studi critici sul poeta e permette di stabilire collegamenti significativi con altri personaggi della letteratura e dell’ambiente sociale dell’epoca.

NOTE
(1) Il Pazzo che dorme – Romanzo di Paolo Arcari
(2) Arcari aveva inviato agli scrittori italiani un formulario per un’inchiesta sulla cultura italiana
(3) Giovanni Bertacchi – La “Dante Alighieri” a Pontida – Discorso a cura del comitato di Milano della Società Nazionale “Dante Alighieri” 5 aprile 1908/  Giovanni Bertacchi – Trilogia moderna, al conte Paolo Camerini- Milano Natale 1909/ Giovanni Bertacchi  -I Mille -Milano, a cura del Comune – Discorso letto l’11 maggio 1910 compiendosi il X Lustro dello sbarco di Marsala – Nel Teatro Dal Verme/ Giovanni Bertacchi –  Nel trigesimo dell’epica morte del capitano Gaspare Rotondi – Paderno Dugnano 27 novembre 1915/ Giovanni Bertacchi –  XX Settembre – Commemorazione fatta nella corte d’onore della R. Università di Genova il 20 settembre 1916  per invito della Casa Del Soldato- Edizione Pro Patria/ Giovanni Bertacchi – Alla Casa di Turate – Parole pronunciate il giorno 6 giugno 1920 celebrandosi il primo decennio della morte di Giuseppe Candiani – Chiavenna -Tipo-litografia C. Caligari 1921/  Giovanni Bertacchi – Commemorazione di Emilio De Marchi – Lettura tenutasi il 13 marzo 1927 nella sala del R. Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano – Anatrix Casa Editrice Milano 1927 ( con dedica di Marco De Marchi) /
(4) “Le  Vie del Bene” Morbegno 1949
(5) Luisa Candiani moglie di Luigi Silva
(6) Paolo Arcari – Riflessi di orizzonti di Giovanni Bertacchi -“La Sera” 23/08/1921

Renato Soltoggio

Info su Renato Soltoggio

Renato Soltoggio nato a Tirano il 23maggio 1941
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