MARINO MORETTI

Eco Delle Valli  12/04/1997

I PERSONAGGI DELL’ARCHIVIO ARCARI

MARINO MORETTI E IL TIRANESE ARCARI
Una fitta corrispondenza di 42 lettere di grande interesse storico-letterario


Fra Arcari e il noto scrittore di Cesenatico (1885-1979) vi fu una fitta corrispondenza non solo di carattere letterario ma anche personale e umano. Le più famose opere del poeta narratore (L’isola dell’amore, Mia madre, Né bella né brutta, I pesci fuor d’acqua, Poesie di tutti giorni, I puri di cuore ecc.) sono conservate nella biblioteca Arcari e portano la dedica autografa dell’autore. Moretti invia 16 volumi in omaggio ad Arcari tra il 1913 e il 1935, periodo nel quale scrive all’amico 42 lettere. Nella corrispondenza non vi è nulla di particolarmente importante, ma tante piccole notizie sono determinanti per alcune ricostruzioni storiche, come la lettera del 10 dicembre 1914 che dice: “Mio caro Arcari i miei buoni amici pittori Cascella mi hanno dato l’incarico di curare la parte letteraria della loro rivista “La Grande Illustrazione” di cui uscirà a giorni il primo numero. Il quale è – mi pare – bellissimo e pieno di cose nuove e rare. Io desidererei pubblicare qualcosa di suo nel secondo numero: un suo bell’articolo. Vuole, può mandarmelo?…”

Per sintetizzare lo spirito delle lettere di Marino Moretti ad Arcari credo non vi sia di meglio che riportare integralmente quella inviata in occasione della morte della madre che lo scrittore chiamava affettuosamente “Suor Filomena”

Cesenatico 05/09/1922

Mio caro Paolo, Suor Filomena è morta. E’ morta il 15 agosto alle ore 10,45. Potrei non dire altro. Tu capisci, tu sai. Tu sai cos’era suor Filomena per me, tu sai quale possa essere la mia vita senza di lei. Bastano quelle quattro terribili parole. Ma a te Paolo, a te che l’hai amata senza conoscerla, a te che l’hai ricordata anche recentemente nella dedica al “Cielo senza Dio” (1) vorrei dire qualche altra cosa, molte altre cose. Ma com’è difficile scrivere! Non oso o non so più. Ti dirò che ti penso, che ti ho pensato con pochissimi altri amici fraterni nei giorni della più angosciosa solitudine.  Il tuo romanzo giunse quando suor Filomena era ammalata. Io che avevo interrotto altre letture, volli aprire e leggere il tuo libro accanto al suo letto, perché mi pareva che un libro come questo non mi distraesse spiritualmente dal mio dolore ansioso di figlio-infermiere. Avevo ragione. Il tuo libro contiene pagine nobilissime, altissime. Nessuna altra lettura mi sarebbe stata possibile in quei giorni. Quando io finii di leggere il ” Cielo senza Dio” suor Filomena morì. Non ti parlo del libro. Ti dirò solo che assai spesso il tormento di Elena (2) mi ha profondamente commosso e che Liana e Gioietto (2) sono due veri bimbi, e che la malattia e la morte del vecchio padre mi ha dato l’angoscia che pochi giorni dopo doveva essere terribilmente mia.

Ah Paolo! Perderla così, la mia suor Filomena. Un’amarla inutilmente. Non poter farla tornare indietro. Spero d’abbracciarti presto. Attendo da te una parola. Ricordami alla tua Maria, alla tua Paola.

M. Moretti

NOTE
(1) Cielo senza Dio – Romanzo di Paolo Arcari, Milano Treves 1922
(2) Personaggi del citato romanzo di Arcari

Renato Soltoggio

Info su Renato Soltoggio

Renato Soltoggio nato a Tirano il 23maggio 1941
Questa voce è stata pubblicata in Eco delle Valli - Personaggi dell'archivio Arcari. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *