ECO delle Valli Articoli pubblicati dal 1996 al 1998

ILLUSTRI PERSONAGGI DELL’ARCHIVIO ARCARI

Articolo pubblico il 29/11/1996


Maria Pievani e Paolo Arcari il giorno delle nozze  28 dicembre 1902

Sono passati 25 anni da quando la signora Maria Pievani vedova Arcari donò al Comune di Tirano la sua antica casa nobiliare con il patrimonio librario del professor Paolo Arcari che fu docente di letteratura italiana all’Università di Friburgo.

La biblioteca, nel suo complesso, è nota ed apprezzata ma pochi conoscono il grande valore storico e letterario di un suo particolare fondo: l’archivio epistolare del professor Arcari.

E’ un fondo immenso che comprende circa 18.000 documenti, tra lettere e cartoline, scritti tra il 1898 e il 1955 da letterati, critici, romanzieri, poeti, direttori di giornali, ma anche da personaggi illustri del mondo politico e sociale per un totale di 3.600 corrispondenti diversi.

Il materiale, fonte preziosa e oggetto in se stesso di alcune tesi di laurea, è stato in alcuni suoi aspetti approfonditamente studiato da professori universitari (cito al esempio il prof.  Giuseppe Parlato docente all’Università “La Sapienza” e direttore della fondazione “Ugo Spirito”)

Pure, nonostante l’interessamento della Regione Lombardia che ne ha finanziato la schedatura computerizzata e la pubblicazione dei dati essenziali su “I Carteggi delle Biblioteche Lombarde Vol. II a cura di Vanna Salvadori – Editrice Bibliografica 1991, l’archivio è sconosciuto alla maggior parte degli studiosi e il suo materiale è quasi tutto inedito. Chi lo esamina, anche sommariamente, ne rimane attratto e affascinato. Provoca una certa emozione vedere la minuta grafia di Grazia Deledda, o leggere le sdegnate parole di Antonio Fogazzaro verso i critici che non apprezzano la sua opera, o esaminare le patetiche lettere di Salvatore Farina che chiede ad Arcari di raccomandarlo presso gli editori.

Anche se è noto il dissidio di Romolo Murri con la Santa Sede, fa impressione leggere le parole del combattivo prete: “Caro Paolo la lotta contro di me in Italia ha raggiunto un grado di intensità che tu non puoi immaginare. Pio X è, ormai lo sanno tutti, contrario alla democrazia…”

Suscita curiosità vedere le lettere del “detenuto” Padre Davide Albertario scritte su moduli con stampato il regolamento carcerario.

Scorrono sotto gli occhi le firme, le confidenze, a volte i segreti di innumerevoli personaggi del tempo.

Nei documenti si trovano l’esuberante scrittura di Ada Negri, le poesie inedite di Giulio Bertoni, i ringraziamenti di Marino Moretti, la stupenda prosa di Diego Valeri, le parole di amicizia di Piero Bargellini, la stima per Arcari di Giuseppe Tonioli, le provocanti considerazioni di Guido da Verona, e così via.

Un interessante intreccio di relazioni culturali fra Italia e Svizzera e Francia emergono dalle letture di Francesco Chiesa, di Pierre Moreau, di Henri de Ziegler, di Giuseppe Motta, di Enrico Celio e in particolare di Giuseppe Zoppi che nell’arco di trent’anni scrive ad Arcari bel 150 lettere.

Ma oltre a notizie letterarie si trovano anche particolari di grande interesse storico, ad esempio sul nazionalismo e la Grande Guerra (Lettere di Corradini e  di Caroncini), sui problemi della cultura nel periodo fascista (Arrigo Solmi), e sulla Resistenza.

Numerosissime sono le lettere dei rifugiati in Svizzera. Per alcuni personaggi, ad esempio Padre David Maria Turoldo, l’epistolario è così ricco, con lunghissime lettere e profonde riflessioni e considerazioni, sia personali, sia sugli avvenimenti dell’epoca, da poter essere punto di riferimento per lo studio del pensiero e dell’opera del personaggio stesso.

Merita ripeterlo, è un archivio immenso, oltre alle lettere vi sono ben 3290 opere a stampa con dedica dell’autore o dell’editore, decine di migliaia di ritagli di giornali, centinaia di annate di riviste del Primo Novecento.

E a proposito delle riviste culturali e dell’editoria in generale va ricordata la fitta corrispondenza di Vincenzo Colonnello e di Ettore Cozzavi, fondatore e direttore della prestigiosa rivista “L’Eroica”

E’ difficile rendere l’idea  di cosa sia l’archivio Arcari. Forse mi è di aiuto un giornale conservato nell’archivio stesso. “La Patria-Settimanale per gli italiani in Svizzera” Lugano 27 gennaio 1951. Piero Guzzetti sotto il titolo “Lettera a Paolo Arcari” scrive: “…io penso a tutto il materiale che è andato verso la solatia casetta valtellinese, vorrei porvi mano, sfogliarlo, leggerlo, pubblicarlo, un foglio, una parola, una frase, una bellezza carpita qua e là nel giardino immenso e sempre misterioso della poesia; una massima di vita, il ricordo di un amico caro” e rammenta come Arcari abbia definito il suo archivio a Tirano “…tutto il materiale di 48 anni di lavoro…”

Arcari professore dimenticato. Resta il suo archivio

Arcari, personaggio della letteratura italiana, storicamente minore, è stato dimenticato, e così il suo archivio. Non di meno, come lui in vita fu punto di riferimento nella vita letteraria del tempo, il suo archivio è preziosa fonte per lo studio di quel periodo.

Non solo tale archivio forma un vasto insieme di riferimenti bibliografici, di notizie sconosciute, ma da esso emergono molti aspetti della cultura italiana della prima metà del Novecento.

Nell’intento di suscitare maggior interesse per questo materiale riporterò sui prossimi numeri, per alcuni personaggi significativi, i dati essenziali relativi alla loro corrispondenza o, a titolo di esempio, qualche documento di particolare importanza.

Renato Soltoggio

Info su Renato Soltoggio

Renato Soltoggio nato a Tirano il 23maggio 1941
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