Sbarco sulla luna 21 luglio 1969 Elegia di P. Davide M. Turoldo e mia replica

Sul Corrierte della Valtelllina (settimanale della DC di Sondrio)
il 23/08/1969 è stata pubblicata la seguente elegia
di P. Davide Maria Turoldo.

Non io, America…

(elegia per il 21 luglio 1969)

Non credere, America, che ti possa perdonare
perchè sei approdata sulla luna.

Non per i tre fanciulli mostruosamente alati,
bimbi che mossero i primi passi
su quel deserto ove solo il silenzio di Dio
fino a ieri regnava inviolato,
o il vento della creazione ancora danzava
nella libertà delle origini.

Non per quei fanciulli amati,
nostra carne e sangue
nella cui faretra tra infiniti
“brain – tools” di scofinata potenza
e perfino in mezzo alle molte locornie
tu pensavi di nascondere il cianuro:

non per essi
ma per te America.

E mentre nel volo incredibile, si,
il mondo intero era fisso al cielo buio
tutti gli occhi degli indiani uccisi
brillavano lucidamente coscienti
dai vetrini dei tuoi mille apparecchi,
o America, prima nazione del genocidio.

Non credere, America, che possa dimenticare
la tua malizia di animale bianco
di novella apocalisse
io sono la voce di Nagasaki e Hiroshima
e se ora quei fanciulli tornano
con le scarpe sporche di luna
un’altra cenere geme
sotto i piedi della tua potenza.

Non credere, America, che possa dimenticare
gli interminabili salmi dei tuoi schiavi
le cui lacrime hanno gonfiato i tuoi fiumi.
Tu sai conquistare la luna
ma il cuore del tuo fratello negro
è più profondo del cielo,
è più lontane della luna.
Io sono la voce di Martin Luther King
che tu, America, hai ucciso,
il migliore uomo fiorito
sulla tua landa di grattacieli
inutilmente verde.

Non credere, America, che possa dimenticare
l’avidità dei tuoi businessmen,
o paese dal vitello d’oro
e della “prostituzione proibita”
poichè aerei portano
i tuoi falchi dalle penne profumate
nel villaggio delle donne subito oltre il confine
*e così sia pulita e bianca
la facciata della tua casa*

Io sono la voce informale degli slums
di Ciudad Juàrez e di Acapulco e di Sao Paulo
sono un campesino che i tuoi gorilla
non hanno ancora ucciso,
solo spremuto quale succo della terra.

Non credere, America, che possa dimenticare
le tue preghiere e il tuo giuramento
sul Libro sacro di Dio
così nulla più è salvo,
e Cristo ora per l’oceano dei poveri
è incredibilmente bianco,
sigillo purissimo sui tuoi forzieri
e nessuno, nessuno di questi affamati
può sperare ancora nella sua Parola.

Non credere, America, che ti possa lodarti
io stesso bianco, fratello tuo
di John e di Bob, altri figli uccisi da te
perchè non si facesse giustizia.

Non credere. America, che possa dimenticare
i quindici anni di feroce guerra,
ugualmente feroce che le guerre
della cristiana Europa.
Ora che l’Europa non è più cristiana
e non può pensare ad altre guerre
ora dunque è tuo retaggio la guerra
ora che sei il solo continente cristiano?
Io sono la voce di uno dei molti bonzi
bruciati sulla piazza a Saigon.

O America, se tu avessi una parte solo
di amore per la pace e soltanto
volessi restituire una parte
dei tuoi ingiusti possessi,
di quanto orgoglio hai nella conquista,
ecco sarebbe finalmente pace sulla terra.

Non credere, America, che ti possa perdonare
perchè sei approdata sulla luna:
altri comporranno infiniti peana
all’avvento dell’era nuova,
non io, pur commosso e lacerato a un tempo
dal rimorso di essere uno dei tuoi;
non io, che sarei maledetto, soffocando
la consapevole impotenza degli umili;
non io, pur certo dell’assoluto inascolto;
non più di un salmo senza eco
come la voce dei tuoi fanciulli sulla luna;
ovvero sarà eco di eco
questa parola a se stessa
come l’eco dei tuoi motori
in mezzo ai sassi della stessa luna.
Non io, America, perchè ti amo.

P.DAVID M. TUROLDO

In data 30 agosto 1969 venne pubblicata sul Corriere della Valtellina
la mia seguente poesia in risposta a P. Turoldo

No. io non credo
No, io non credo
che tu possa perdonare
l’America perchè tre fanciulli
sono approdati sulla luna;
non erano coperti coi saii
e la polvere addosso
non era cenere di penitenza,
no, tu non puoi perdonare
all’America ciò che non l’America
ma il mondo ha commesso.
Tu dice di essere la voce
di Hiroshima e Nagasaki
la voce dei Bonzi
la voce di Martin Luther King
e dalla terra salgono
le tue accuse fin sulla Luna
dove regna il silenzio di Dio.
Ebbene, non l’America
ma Io ti ho ucciso,
Io voce dell’Uomo
Io che ho conquistato la Luna
Io e non l’America.
No, tu non sei la voce
di Martin Luther King
Io lo sono
e sono la voce di chi l’ha ucciso
Io sono la voce dell’Uomo
le mille voci dell’Uomo
Io che uccido che odio e che amo
Io ho mandato i miei figli sulla Luna
per imparare a non uccidere
e a non odiare.

Renato Soltoggio

Info su Renato Soltoggio

Renato Soltoggio nato a Tirano il 23maggio 1941
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